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Mo.Di Festival della Parola

Mo.Di Festival della Parola anche Elettrovelocipedi Alberti sostiene l’organizzazione!

Ciao ragazzi,

oggi parliamo di un evento culturale, Mo.Di festival della parola totalmente creato e autofinanziato dalle menti creative di un piccolo paesino del sud Italia, Sapri. Mo.Di  traduzione di (Ora dici) è l’evento che raccoglierà il 30 Aprile l’1 il 2 e il 3 Maggio la cittadinananza e chiunque voglia partecipare al festival della parola.

Mo.Di Festival Della Parola

Cos’è il Mo.Di?

Nasce così, grazie al prezioso contributo linguistico del dialetto che parliamo, il Mò.dì (“Ora, dici!”), il nostro e vostro Maledetto Festival della Parola, una creatura autofinanziata, plasmabile ed interattiva che prenderà vita a Sapri, nei suoi vichi, sul suo mare, nelle sue piazze e nei suoi giardini, sui balconi e sui tetti, sotto il Sole primaverile, con l’intento di (ri)scoprire il linguaggio (e, alla John Cage, la sua grande assenza, il silenzio) come luogo antropologico, come veicolo fondamentale d’informazione quotidiana, come strumento primo di libera fruizione e diffusione del sapere, come massa da plasmare e rielaborare in senso artistico; e con l’obiettivo di mirare, dunque, alla sua straordinaria capacità di filtrare, attraverso una vastissima gamma di schemi possibili, la vera essenza dei nostri e dei vostri popoli.

Dannatamente e politicamente contrario a qualsiasi forma di chiusura, e composto nelle sue parti specifiche da mostre, laboratori, letture pubbliche, workshop, incontri, presentazioni, dibattiti, performance ed installazioni completamente e convintamente aperti a tutti, il Festival Maledetto proverà, per quest’anno, a sfidare e sfidarsi filtrando i suoi contenuti attraverso la tematica del Limite, della Barriera; cercando di tendere i propri discorsi verso questioni diffusamente sentite e pregnanti quali l'(an)affettività verbale, il parlato d’oggi e d’un tempo, le tradizioni oralmente trasmesse, le peculiarità linguistiche mondiali e regionali, il patrimonio dialettale, i linguaggi alternativi, la digitalizzazione totalizzante, il twitteraggio da strapazzo, l’incomunicabilità socio-culturale dell’attuale mondo conosciuto e i movimentismi di zona.

Il tutto esprimendoci attraverso l’Arte e le sue figlie (la parola nella Musica, nel Teatro, nel Cinema, nella Fotografia, nella Scrittura, nella Street Art, nella Fumettistica, nell’Interaction e Public Design), e concependo gli sforzi spesi sempre e solo come collettivi, inseriti all’interno di una rete di scambio e solidarietà cucita assieme da spiriti ed interessi comuni, sempre presente nel nostro lavoro, a partire (lo si può dedurre) dai metodi di finanziamento prescelti.

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VIDEO Mo.Di.

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